Premio Strega: Tra Gerda Taro e Mussolini si dimostra che c’è sete di Storia

Ormai da tanti anni (ho appena controllato, era il 2002) una delle mie letture estive è il libro vincitore del premio Strega, un premio letterario italiano che si assegna dal lontano 1947.

L’appassionata di Storia del Novecento e di guerra civile spagnola ha trovato grandissima soddisfazione nei due ultimi libri premiati

  • Helena Janeczek, La ragazza con la Leica, Guanda del 2018
  • Antonio Scurati, M. Il figlio del secolo, Bompiani del 2019

Entrambe le opere sono corali, ma girano attorno a un punto verso cui convergono le diverse voci.

In un caso la protagonista è Gerda Taro, una ragazza ebrea e comunista che dovette fuggire dalla Germania nazista e che, dopo una permanenza in Francia, partì come fotoreporter di guerra per raccontare la guerra di Spagna insieme al suo fidanzato, Robert Capa, destinato a diventare celeberrimo (si dice che sia stata lei a inventare questo nome anglofono per l’ungherese Endre Ernő Friedmann). E probabilmente la stessa celebrità sarebbe toccata a lei se non fosse finita, a soli 27 anni, schiacciata da un carro armato a Brunete, alle porte di Madrid, durante un’esercitazione. Ma come si sa, “gli eroi son tutti giovani e belli” e Gerda rimarrà per sempre la prima fotoreporter morta mentre lavorava.

Il perno del libro vincitore di quest’anno è, come si evince dal titolo, M di Mussolini. Ma non è una biografia del dittatore, bensì una cronistoria in occasione del 100esimo aniversario dalla fondazione dei Fasci di combattimento (1919-2019). Dalla frustrazione della vittoria mutilata fino all’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti che e alla svolta dittatoriale del 1924.

Da questi libri ho imparato sul contesto e sul periodo storico, ma allo stesso tempo ho ritrovato tematiche ancora oggi drammaticamente attuali. La stessa diffidenza che provavano i francesi verso Gerda e i suoi compagni la troviamo oggi verso i migranti e i rifugiati, che, oggi come allora, scappano da guerre e regimi autoritari. Leggendo M ti rendi conto di come il fascismo sia nato dallo scontro con il nemico (all’ora era il pericolo rosso rappresentato dalle lote contadine e operaie), nella paura di molti e nell’indifferenza di più.

Entrambe le opere si chiudono con la sensazione di essere sull’orlo del baratro, e infatti lo sappiamo: la tragedia stava per consumarsi.

Un’ultima nota che vorrei aggiungere è sulla scrittrice di “La ragazza con la Leica”, Helena Janeczek. Questa scrittrice e traduttrice è nata in Germania e da 35 anni vive in Italia. Grazie ad autori ed opere come le sue il canone della letteratura italiana si arricchisce aprendosi e rispecchiando la società italiana, fatta di migranti, migrazioni e di origini diverse, accomunati tutti dalla lingua italiana. Visto che questo è un argomento che mi interessa tanto, sicuramente ne riparleremo in altri post.

E voi? Avete letto questi libri? Cosa ne pensate? Quali sono state le vostre letture estive? Siete come me appassionati di Storia?

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