Guccini compie 80 anni: un omaggio al mio cantante preferito

Il maestro della mia infanzia/ adolescenza compie 80 anni. In suo onore questa settimana vi presenterò le mie canzoni preferite e vi racconterò qualche piccolo aneddoto legato a queste canzoni 

Auschwitz

Avevamo 8 anni e la maestra ci fece ascoltare questa canzone che parla di bambini che muoiono nei campi di sterminio e di cattiveria dell’uomo sull’uomo. È stata così forte l’empatia che ha suscitato e l’impatto che questa canzone ha avuto su di me che tutto quello che sono stata e sono oggi, sono sicura che sia cominciato in quel momento.

Piccola storia ignobile

Questa canzone parla di una ragazza rimasta sola con il suo aborto. Sono gli anni ’70, in Italia l’interruzione di gravidanza volontaria non è ancora legge. E anche stavolta, questo testo ha creato in me un fortissimo senso di empatia verso questa ragazza che era appena più grande di me quando l’ascoltai per la prima volta. I miei primi pensieri femministi sono nati in quel momento, su «un tavolo di marmo, desiderando quasi di morire, presa come un animale macellato”.

Cyrano

L’amore di Cyrano verso Rossana si alterna alla critica sociale e quando tutto sembra perduto, si apre la porta alla speranza. Questa storia ha nutrito il mio immaginario dell’amore che avevo a 14 anni

La locomotiva/ La Primavera di Praga/ Il Che

Queste potremmo metterle insieme nella mia carrellata di storie ed immagini perché sono le canzoni grazie alle quali ho conosciuto la Storia, quella che difficilmente non ti insegnano a scuola, perché non si arriva così avanti con il programma.

Allora la storia dell’eroe giovane e bello senza nome che prova ad attaccare una locomotiva con la speranza di un mondo migliore e più giusto, la lotta di classe attraverso l’attacco «al treno pieno di signori», sta insieme alle storie di Jan Palak e a di Ernesto Guevara de la Serna, detto “Che”, che segnarono il cosiddetto ’68, non solo una generazione ma anche quelle a venire.

Storica a suo modo è anche  «il 3 dicembre del 39″ che racconta la Storia d’Italia attraverso la storia di questo bambino, nato appunto appena prima che l’Italia partecipasse alla Seconda Guerra Mondiale. 

L’avvelenata

Questa canzone per me era l’autobiografia di Guccini (quante litigate con la mia amica per stabilire se lui fosse più anarchico o più comunista), anche se i miei studi letterari mi hanno poi portata a non confondere l’io narrativo con l’autore del testo. L’immagine del «chiedo tempo, son della razza mia per quanto grande sia, il primo che ha studiato», delle umili origini, dei genitori che aspirano per il figlio il posto fisso e la pensione che si scontra con l’immagine dell’artista nella mia testa si faceva un tuttuno con «anche l’operaio vuole il figlio dottore» di contessiana memoria.

Incontro

Avrò ascoltato questa canzone almeno mille volte. Eppure nella mia testa ritorno sempre al momento in cui l’ascoltai con il walkman in macchina con mio padre il giorno che tornavo dalla mia vacanza da sola: 14 anni, campeggio in Calabria. E questa canzone che racconta l’incontro tra due amici dopo 10 anni, mi faceva immaginare a come sarebbe stato rivedere i miei amici dopo 10 anni da quel viaggio per ricordare insieme quella prima vacanza insieme. Quest’estate saranno passati 20 anni da quella vacanza e sicuramente ripenserò al rosa antico (che per me è chiaramente il colore delle «stoviglie color nostalgia») alle scale, al “dondolare del vagone” e quel “solo saluto”.

Piazza Alimonda

Avevo 18 anni quando è uscito quest’album «Ritratti», che ho ascoltato tante volte, forse il mio preferito e che ricordo con affetto. Piazza Alimonda è la canzone dedicata a Carlo Giuliani, un ragazzo ucciso da un carabiniere durante una manifestazione e ad una città, Genova, dove è morto il mondo più giusto per il quali in tante e tanti erano andati a combattere: la vita spezzata di un giovane di 20 anni che non doveva morire così diventa metáfora della lotta tutta.

Canzone per il Che

Nello stesso album, c’è questo ritratto del Che che nella mia testa si mescola con il film «I diari della motocicletta» e con i miei esami di maturità (proprio in questa settimana che sarebbero dovuti esserci e che non ci saranno almeno come tutti li abbiamo vissuti). Questa canzone è il testamento lucido e l’ultimo saluto di chi sa che sta per lasciarci, l’eroe che non “trova altro riposo che la morte” e che decide non solo di sacrificare sè stesso, ma che condanna anche tutti coloro che lo amano perchè li priverà della sua presenza. Questo pensiero ha aperto in me una riflessione più generale sugli eroi e sulle loro famiglie, per esempio sulle vittime delle mafie.

Don Chisciotte

Sono un’ispanista e questo romanzo è stato parte della mia formazione universitaria in tutte le sue letture e sfumature. In questa canzone ci sono due voci, quella di don Chichotte e di Sancho Panza che si alternano e si rincorrono lungo la línea sottile che separa la lucidità dalla follia, non potendo reagire con la ragione di fronte ad un mondo è retto dalle ingiustizie. La storia del cavaliere errate diventa metáfora quindi di chi lotta contro le ingiustizie nonostante il suo nemico sia logicamente  più forte e più potente.

Farewell

L’ultima canzone di questa carrellata racconta un amore, uno di quei primi amori che ti assorbono e ti sembrano tutto, ma che visti dalla distanza si dimostrano per quello che sono: una storia d’amore passeggera. È un racconto fresco sulla giovinezza proprio per questo suo zoom sulla prospettiva dell’epoca e dezoomata successiva con la prospettiva dell’età adulta. Mi ha sempre ispirato tenerezza ed è come vorrei che i miei piccoli e grandi amori di giovinezza si ricordassero di me.

Francesco Guccini ha scritto tantissime altre canzoni che potrete trovare su Youtube. Vi consiglio di ascoltarle con il testo davanti per capire quello che questo grande poeta vuole raccontare.

Imparare l’italiano con le canzoni è molto divertente.

Che cantante italiani conosci? Ti piacerebbe ascoltare le leoro canzoni a lezione?

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